sabato 17 ottobre 2015

Il Muharram e l’Ashura

Come ogni anno è arrivato il mese di Muharram il primo mese del calendario islamico.
È un mese sacro per tutti i credenti che celebrano la ricorrenza del martirio di Hoseyn ucciso a Karbala nel 680, prima di proseguire, è però necessaria una breve storia della dinastia del Profeta Muhammad che ci aiuta a ricordare come si sia arrivati alla morte dell’Imam Hoseyn figlio di Fatima (figlia prediletta) ed ‘Ali.




Dal momento della morte del Profeta, la sua famiglia e il suo nucleo familiare entrano in scena. Ahl al – bayt, ovvero "Gente della Casa", un’espressione che compare nel Corano XXX:33 e si riferisce proprio alla sacralità della famiglia del profeta. A questo punto i saggi e notabili arabi, che si sono espressi a favore della votazione per il successore di Mohammed, scelgono Abu Bakr, padre di sua moglie Aisha, che diventa così il Primo Califfo (Khalifa). Lo stesso Abu Bakr, a questo punto insieme ad ‘Umar (che diverrà poi il secondo Khalifa), si dirige verso casa di ‘Ali, per farsi riconoscere dei suoi onori ed essere omaggiato. «Ci sono due versioni su quanto accade a casa ‘Ali. Secondo la prima, ‘Umar, dopo aver disarmato ‘Ali, cerca d entrare in casa, ma Fatima grida e minaccia di scoprirsi il capo, tanto che Abu Bakr è costretto a ritirarsi. Una seconda versione sottolinea come ‘Umar sia deciso a bruciare la casa anche se al suo interno si trova Fatima, la quale denuncia come Abu Bakr e ‘Umar abbiano preso delle decisioni senza consultare la famiglia del Profeta calpestandone i diritti, e a voce alta invoca il padre appena morto per lamentarsi delle sofferenze patite a causa del nuovo califfo e di colui che ne diventerà il suo successore» (Vanzan, 2008, p. 12). La reazione alle azioni di Fatima durante questi episodi segnano la sua entrata nella scena politica islamica, accentuandone la sua importanza.
Per capire meglio i legami di parentela della famiglia del profeta di seguito si mostra la sua genealogia (parziale) e i vari rapporti all’interno della tribù dei Quraysh.
   


Durante i primi tre califfati, ‘Ali si tiene lontano dalla scena politica, ma alcuni dei suoi fedelissimi si rifiutano di prestare giuramento ad Abu Bakr creando così una prima scissione, questi sono considerati i primi sciiti. La parola Sciismo deriva infatti da Shi’a, che vuol dire partito", "fazione". Durante l’ultimo califfato, quello di ‘Uthman, iniziano tuttavia i primi scontri che portano al suo assassinio. Nonostante ‘Ali continui a stigmatizzare l’operato del suo predecessore, si accorge che il suo califfato non avrà vita facile. I due principali ostacoli sono il governatore della Siria, Mu’awiya (che sosteneva il califfato di ‘Uthman) e l’ultima moglie del Profeta Aisha che sosteneva, invece, suo padre Abu Bakr. Mentre risulta molto facile "sbarazzarsi" di Aisha, con quella che poi verrà chiamata la «Battaglia del Cammello», risulta alquanto più difficile sconfiggere Mu’awiya (Vanzan, 2008). Nonostante un’aspra battaglia, è tutto risolto rimandando alla "decisione divina" su ciò che deve accadere; questa presa di posizione di ‘Ali, non è presa alla meglio da alcuni dei suoi seguaci che l’abbandonano, rifiutandosi anche di riconoscere ciò che il reggente della Siria proponeva. Questa è la prima grande frattura all’interno dell’Islam che vede la nascita dei Kharijiti (ovvero, coloro che escono). I Kharijiti si trovano in contrasto sia con le idee di Mu’awiya  che con le idee di Ali.  Quest’ultimo interviene pesantemente con l’esercito per punire i Kharijiti, ma questi ultimi si rivendicano uccidendolo nel 661 mentre è di fronte alla moschea di Kufa (Vanzan, 2008).

Prima di proseguire è necessario parlare  del partito degli Alidi, ovvero coloro che sono devoti ad ‘Ali e che attraverso questo movimento iniziano a delineare i principi che caratterizzano lo Sciismo moderno. Il principio fondamentale è quello della legittimità della successione al potere della famiglia del Profeta che viene, investita da un’aurea di sacralità, consolidando in questo modo il diritto di successione familiare alla carica di Imam, diventando ereditario. L’Imam (colui che sta davanti) ha il compito di guidare la Umma, ed è colui che vanta legami di sangue con il Profeta (Ibidem, p.14). Di lato la genealogia della famiglia di ‘Ali che prende forma e che darà vita ai 12 Imam.


È proprio la morte di Hoseyn che segna la definitiva rottura tra gli sciiti ed i sunniti. Oggi, il martirio dell’Imam viene ricordato con processioni che ricordano l’accaduto dove i fedeli piangono, si disperano, si lamentano e si autoflagellano. Uomini coperti da una specie di sudario, ricordando quelli che vengono usati per avvolgere i corpi ormai senza vita, si tagliano, si flagellano la schiena con catene enormi lasciando che il sangue scorra lungo il loro corpo, cercando di mimare cosa sia successo all’Imam. Questi atti vengono effettuati a ritmo di tamburi e cimbali che fanno da cornice alla grande commozione e al grande dolore che ruotano intorno alla vicenda.  Con il passare del tempo le processioni si modificano fino ad arrivare alle ta’ziye ovvero momenti di cordoglio e lutto collettivo che rappresentano pubblicamente in teatri o piazze ciò che è accaduto a Karbala, ma anche diversi episodi del Corano, una sorta di revival. Il momento culminante è il decimo giorno del mese di Muharram (quest’anno il 24 Ottobre), il giorno dell’Ashura che è il giorno in cui Hoseyn (puro ed umile) si sacrifica per le sue genti, questo ricorda un po’ anche il sacrificio di Gesù avvenuto con la sua crocefissione. Hoseyn da sconfitto diventa vincitore, diventa un martire che si è sacrificato per la giustizia della sacra famiglia del Profeta. Nonostante, oggi, l’Ayatollah Khamenei abbia bandito le autoflagellazioni, molti credenti ancora le praticano, in onore dell’Imam. Tantissime sono le rappresentazioni a ritmo di musica e preghiere
(foto da THE IRAN PROJECT)

Nessun commento:

Posta un commento