Come
ogni anno è arrivato il mese di Muharram il primo mese del calendario islamico.
È un
mese sacro per tutti i credenti che celebrano la ricorrenza del martirio di
Hoseyn ucciso a Karbala nel 680, prima di proseguire, è però necessaria una
breve storia della dinastia del Profeta Muhammad che ci aiuta a ricordare come
si sia arrivati alla morte dell’Imam Hoseyn figlio di Fatima (figlia
prediletta) ed ‘Ali.
Dal momento della morte del Profeta, la sua
famiglia e il suo nucleo familiare entrano in scena. Ahl al – bayt,
ovvero "Gente della Casa", un’espressione che compare nel Corano
XXX:33 e si riferisce proprio alla sacralità della famiglia del profeta. A
questo punto i saggi e notabili arabi, che si sono espressi a favore della
votazione per il successore di Mohammed, scelgono Abu Bakr, padre di sua
moglie Aisha, che diventa così il Primo Califfo (Khalifa). Lo
stesso Abu Bakr, a questo punto insieme ad ‘Umar (che diverrà poi
il secondo Khalifa), si dirige verso casa di ‘Ali, per farsi riconoscere
dei suoi onori ed essere omaggiato. «Ci sono due versioni su quanto accade a
casa ‘Ali. Secondo la prima, ‘Umar, dopo aver disarmato ‘Ali,
cerca d entrare in casa, ma Fatima grida e minaccia di scoprirsi il capo, tanto
che Abu Bakr è costretto a ritirarsi. Una seconda versione sottolinea
come ‘Umar sia deciso a bruciare la casa anche se al suo interno
si trova Fatima, la quale denuncia come Abu Bakr e ‘Umar abbiano
preso delle decisioni senza consultare la famiglia del Profeta calpestandone i
diritti, e a voce alta invoca il padre appena morto per lamentarsi delle
sofferenze patite a causa del nuovo califfo e di colui che ne diventerà il suo
successore» (Vanzan, 2008,
p. 12) .
La reazione alle azioni di Fatima durante questi episodi segnano la sua entrata
nella scena politica islamica, accentuandone la sua importanza.
Per capire meglio i legami di parentela della
famiglia del profeta di seguito si mostra la sua genealogia (parziale) e i vari rapporti
all’interno della tribù dei Quraysh.
Durante i primi tre
califfati, ‘Ali si tiene lontano dalla scena politica, ma alcuni dei
suoi fedelissimi si rifiutano di prestare giuramento ad Abu Bakr creando
così una prima scissione, questi sono considerati i primi sciiti. La parola
Sciismo deriva infatti da Shi’a, che vuol dire partito",
"fazione". Durante l’ultimo califfato, quello di ‘Uthman,
iniziano tuttavia i primi scontri che portano al suo assassinio. Nonostante ‘Ali
continui a stigmatizzare l’operato del suo predecessore, si accorge che il suo
califfato non avrà vita facile. I due principali ostacoli sono il governatore
della Siria, Mu’awiya (che sosteneva il califfato di ‘Uthman) e
l’ultima moglie del Profeta Aisha che sosteneva, invece, suo padre Abu
Bakr. Mentre risulta molto facile "sbarazzarsi" di Aisha,
con quella che poi verrà chiamata la «Battaglia del Cammello», risulta alquanto
più difficile sconfiggere Mu’awiya (Vanzan, 2008) . Nonostante
un’aspra battaglia, è tutto risolto rimandando alla "decisione
divina" su ciò che deve accadere; questa presa di posizione di ‘Ali,
non è presa alla meglio da alcuni dei suoi seguaci che l’abbandonano,
rifiutandosi anche di riconoscere ciò che il reggente della Siria proponeva.
Questa è la prima grande frattura all’interno dell’Islam che vede la nascita
dei Kharijiti (ovvero, coloro che escono). I Kharijiti si trovano
in contrasto sia con le idee di Mu’awiya che con le idee di ‘Ali. Quest’ultimo interviene pesantemente con
l’esercito per punire i Kharijiti, ma questi ultimi si rivendicano
uccidendolo nel 661 mentre è di fronte alla moschea di Kufa (Vanzan, 2008) .
È proprio la morte di
Hoseyn che segna la definitiva rottura tra gli sciiti ed i sunniti. Oggi, il
martirio dell’Imam viene ricordato con processioni che ricordano l’accaduto
dove i fedeli piangono, si disperano, si lamentano e si autoflagellano. Uomini
coperti da una specie di sudario, ricordando quelli che vengono usati per
avvolgere i corpi ormai senza vita, si tagliano, si flagellano la schiena con
catene enormi lasciando che il sangue scorra lungo il loro corpo, cercando di
mimare cosa sia successo all’Imam. Questi atti vengono effettuati a ritmo di
tamburi e cimbali che fanno da cornice alla grande commozione e al grande
dolore che ruotano intorno alla vicenda.
Con il passare del tempo le processioni si modificano fino ad arrivare
alle ta’ziye ovvero momenti di cordoglio e lutto collettivo che rappresentano
pubblicamente in teatri o piazze ciò che è accaduto a Karbala, ma anche diversi
episodi del Corano, una sorta di revival. Il momento culminante è il
decimo giorno del mese di Muharram (quest’anno il 24 Ottobre), il giorno
dell’Ashura che è il giorno in cui Hoseyn (puro ed umile) si
sacrifica per le sue genti, questo ricorda un po’ anche il sacrificio di Gesù
avvenuto con la sua crocefissione. Hoseyn da sconfitto diventa
vincitore, diventa un martire che si è sacrificato per la giustizia della sacra
famiglia del Profeta. Nonostante, oggi, l’Ayatollah Khamenei abbia bandito le
autoflagellazioni, molti credenti ancora le praticano, in onore dell’Imam. Tantissime
sono le rappresentazioni a ritmo di musica e preghiere.
(foto da THE IRAN PROJECT)
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