venerdì 25 luglio 2014

Io & l'Iran - Racconti del mio viaggio in Iran - Parte 3 - Come ho usato il bagno in Iran

Quando si viaggia, soprattutto quando si vuole viaggiare non per turismo, ma per lavoro o per integrarsi in una nuova cultura (quindi, un viaggio molto più lungo di 1 settimana), bisogna essere altamente flessibili ed adattabili a qualsiasi situazione. 
La cosa più importante, per alcune persone, è avere un bagno in cui possano rilassarsi e sentirsi a proprio agio. In Italia siamo talmente abituati ad avere tutti i comfort che, alcuni, non riescono proprio ad adattarsi a diverse situazioni da quelle a cui generalmente siamo abituati. 
Mi vengono in mente tantissimi esempi da poter fare. Molto spesso mi è capitato di parlare con persone che non riescono a capire come sia possibile che in Gran Bretagna o diversi altri paesi in Unione Europea o Stati Uniti non hanno la "cultura" del bidet. Ho sentito persone che parlavano con un tono schifato di tutte quelle nazioni che non hanno nelle loro abitudini quotidiane, l'uso del bidet dopo essere andati al bagno.
Il punto è che le abitudini sono diverse. Quando ho vissuto a Gerusalemme, per circa 3 mesi, ho dovuto adattarmi al fatto che lì, la carta igienica non può essere buttata nel wc, e quindi ci sono dei piccoli cestini dell'immondizia, per il bagno, che vengono usati proprio per gettare la carta igienica usata. Quando l'ho raccontato alle mie amiche, tutte hanno fatto una faccia disgustata, come per dire: "io non potrei mai farlo, non potrei vivere in un posto dove non si può buttare la carta igienica nel wc, non è possibile, ma come hai fatto?"
Stessa cosa è capitata negli Stati Uniti, dove, si, si può gettare la carta igienica usata nel wc, ma il livello dell'acqua all'interno del wc è molto più alto, rispetto a quello che possiamo trovare qui in Italia. Durante l'anno in cui ho vissuto negli USA non ci ho mai dato molta importanza, ma quando mia mamma è venuta a visitarmi, è rimasta, come dire, un po' scioccata. Mi ricordo che ci fermammo su una specie di autogrill e lei mi disse: "Sarah, questi bagni sono tutti rotti!".
Nel mio lavoro, diciamo sempre alle persone che vogliono partire per gli Stati Uniti questa frase: "non è giusto, non è sbagliato, ma è solamente diverso". Infatti, è proprio questo, non dobbiamo assolutamente pensare che quello che abbiamo qui, in Italia, sia meglio o migliore di quello che c'è altrove, perché altrove, potrebbero dire lo stesso delle nostre abitudini.

Prima di partire per il nostro viaggio, chiesi al mio fidanzato come erano fatti i bagni in Iran, una domanda per me molto importante, perché avendo viaggiato molto in precedenza, sapevo che avrei potuto trovare una situazione diversa da quella a cui sono abituata. 
E così ho scoperto che in Iran, il 90% delle case, non ha bagni con il wc, ma usano quasi tutti il bagno con la "turca" ed il bidet è incorporato. (Alcune case private, hanno anche doppi servizi, con entrambi i tipi di bagno).



Gli hotel, soprattutto quelli internazionali, hanno ovviamente tutti e due i tipi di bagno, in modo tale da mettere i loro clienti (internazionali o non) a proprio agio. 
Durante la mia permanenza in Iran, ho vissuto, in una tradizionale casa iraniana, dove, appunto, c'era solo la turca. Abituarmi, non è stato facile, soprattutto perché, non ero allenata! E' già, per usare la turca bisogna avere dei muscoli davvero molto forti. 
Gli iraniani, ovviamente, sono abituati ad usare il bagno con la turca e lo preferiscono, ma per me, questa volta è stato uno shock culturale, soprattutto all'inizio. Si devono prendere le misure e nel frattempo cercare di rimanere in equilibrio.
L'uso della carta igienica non è molto diffuso, certo, si trova, ed infatti, il mio fidanzato me ne comprava sempre qualche rotolo... però la maggior parte delle persone, usano il bidet incorporato per pulirsi. 
Alla fine della mia permanenza in Iran, avevo fatto ottimi muscoli nelle gambe! 
Un fatto molto interessante e anche un po' divertente è stato che il mio fidanzato, dopo un anno e mezzo abituato al wc italiano, non ce la faceva più ad usare la turca!


Il bagno in Iran è una stanza importante, l'architettura e il posizionamento sono molto diversi da quelli italiani. Generalmente, troviamo il bagno con la turca ed il lavandino in una stanza, e il box doccia, in un'altra, sono due spazi separati. Inoltre, visto che in casa, non si usano scarpe, per entrare in una delle due stanze (doccia o bagno) ci sono delle pantofole, super proibite da usare al di fuori delle stanze da bagno.

Ho voluto raccontarvi della mia esperienza con i bagni i Iran, proprio perché, per me è stata la parte più difficile della mia permanenza. La prima cosa che ho fatto rientrata in Italia, a casa, è stata quella di sedermi, giusto per godermi l'attimo, sopra il wc e pensare: "qui posso rilassarmi". 

Una sera dopo il mio viaggio in Iran, alcuni amici iraniani venuti per cena, mi hanno appunto chiesto le mie impressioni circa il loro paese, cosa mi era piaciuto e cosa avevo trovato di diverso. Ovviamente, ho detto subito che per me l'uso della turca era stato difficile, ma alcuni di loro mi hanno detto che, invece, preferiscono usare quel tipo di bagno per via del fatto che risulta essere più igienico. 
Non lo metto in dubbio, nei bagni pubblici, se ci sono, utilizzo sempre la turca... ma quando sono a casa, preferisco di gran lunga il mio wc per rilassarmi e perché no leggermi anche un libro!

mercoledì 23 luglio 2014

Io & l'Iran - Racconti del mio viaggio in Iran - Parte 2 - Non vi fidate quando leggete ITALIA

A volte, durante i nostri viaggi scattiamo foto, e non basta farle vedere, si dovrebbe sempre spiegare cosa c'è dietro a quello scatto, perché qualcosa c'è sempre, altrimenti non avremmo mai deciso di scattare quella particolare cosa o momento. Ed è per questo che ho deciso di raccontarvi il mio viaggio in Iran attraverso i miei scatti e quello che vorrei dirvi attraverso loro.

La sera dopo il nostro arrivo a Kerman, uno dei migliori amici del mio compagno, che non vedeva da tempo è venuto a trovarci e ci ha voluto portare a fare un giro per le strade di Kerman. 
Era notte, intorno alle 23.00, ma in Iran non è un problema, molte persone cenano a quell'ora. Dopo vari giri in macchina arriviamo davanti a questo bar/punto di ristoro, dove si può trovare il bastani (gelato)... Italiano! Quella sera era freddo, troppo freddo, si e no ci saranno stati 10° e quindi optammo per un qualcosa di caldo. Non sapendo cosa scegliere, dissi all'amico del mio compagno, fai tu. Dopo circa 30 minuti, torna con tre bicchieri di carta, quelli che normalmente usiamo alle feste pieni di un qualcosa che si avvicinava ad un color fango... Era liquido, molto liquido, l'odore sembrava ricordare quello del caffè. Prendo uno dei bicchieri, lo guardo, lo odoro, cerco di capire se è veramente caffè, poi, lo assaggio. Ebbene si, quello doveva essere una sorta di caffè italiano! Ora, in Iran si deve essere sempre cordiali ed accettare sempre ringraziando un migliaio di volte, ma quella volta, io non ce l'ho fatta a bere quel caffè, anche se era un freddo insopportabile ed avevamo tutti e tre bisogno di scaldarci. 
Come si vede dalla foto, era un caffè tipo Americano, con del latte liofilizzato aggiunto. Ho guardato il mio compagno, ormai italianizzato sotto il punto di vista di "un buon caffè" e in una risata collettiva abbiamo tutti e tre optato per un buon chai iraniano!
Nel mio mese in Iran, non ho comunque rinunciato alla mia dose di caffè italiano ogni giorno. Ci siamo organizzati e abbiamo portato dall'Italia la classica moka con del caffè fresco. Ovviamente anche gli altri membri della famiglia delle volte apprezzavano il buon gusto di un caffè alla mattina. 

Dopo aver riso per un ora abbondante, quella fredda sera di metà Marzo andammo a vedere il sistema per fare il ghiaccio (giusto per rimanere in tema) nella città di Kerman. Una struttura imponente, fatta di sabbia e paglia che grazie a particolari raffiche di vento e la sua posizione, quando ancora non c'era l'aria condizionata, dava agli Iraniani un momento di fresco nelle aride giornate estive.

Io & l'Iran. Racconti del mio viaggio in Iran - Parte1 - Introduzione

Spesso mi è capitato di parlare con persone che conoscevano poco l'Iran, o lo confondevano con le altre nazioni arabe di cui ne è circondato. Nelle loro parole sentivo paura, pregiudizio e non conoscenza, di una nazione che va al di là della nostra immaginazione.Personalmente credo che l'immagine che i Media mondiali ci danno dell'Iran, sia sbagliata, la dipingono una nazione che vuole la bomba nucleare e dove i diritti umani non fanno parte della vita quotidiana.Quando ho detto alla cerchia dei miei amici che sarei andata in Iran, mi hanno tutti guardato male. "Stai attenta!" mi hanno detto, "Quel posto lì, è pericoloso!", "E' una Repubblica Islamica!". Sinceramente parlando, all'inizio mi hanno suggestionata un po'. Non era la mia prima volta in Medio Oriente, ero già stata qualche mese in Palestina o Israele (non so come preferite chiamare quel pezzo di "Terra Santa" lì), per un'altra ricerca (zone di guerra), ma questa volta, le stesse persone erano più preoccupate del precedente viaggio, vorrei ricordarvi che l'Iran in questo momento è l'unica nazione del Medio Oriente in cui non ci sono né guerre, né combattimenti.Sono partita dall'Italia credendo di avere una conoscenza molto buona delle usanze Iraniane, visto che il mio compagno è Iraniano e che avevamo avuto modo di parlarne prima di partire. Sapevo che stavo andando a casa sua, a conoscere la sua famiglia e che loro, mi avrebbero accolta nel migliore dei modi e nella più tradizionale usanza Iraniana. Ovviamente, essendo antropologa, non ho potuto non usare questa opportunità per una delle mie ricerche e riflessioni sulla cultura e vita quotidiana degli Iraniani. Visto soprattutto la poca conoscenza che abbiamo di questa nazione, delle loro usanze e delle loro abitudini.Nella mia vita ho sempre fatto, in un modo o nell'altro, ciò che mi piaceva, così è stato anche questa volta.Fatti i bagagli, preparata la mia sciarpa, che avrei poi dovuto indossare, prima di scendere dall'aereo,siamo partiti e pochi giorni prima del Nooruz siamo arrivati a Kerman, capitale dello stato di Kerman al centro sud dell'Iran.L'altopiano in cui si trova la città è a 1755 metri sopra il livello del mare, di inverno è freddissimo, d'estate, caldissimo. Dopo un atterraggio, come dire, non troppo tranquillo, e stanchissimi del viaggio (quasi 36 ore con due scali, Milano - Istanbul - Teheran - Kerman) siamo subito andati a casa, ma solamente dopo che alcuni membri della famiglia sono venuti all'aeroporto dandoci il benvenuto.Era la prima volta che vedevo la famiglia del mio compagno, ma ho capito di esserne parte, quando la mia futura suocera ha salutato prima me che suo figlio, che non vedeva da più di un anno e mezzo.Il primo impatto che ho avuto era che mi trovavo nel bel mezzo del deserto a 1755 metri di altezza e aveva appena piovuto, ma le macchine continuavano a sfrecciare e suonare il clacson, sull'asfalto liscio e pieno di fango creatosi dopo la pioggia. Dopo circa 20 minuti di macchina e un paesaggio da un colore ocra uniforme arriviamo a casa. Una struttura di due piani, con due appartamenti e con la facciata in marmo bianco.Le case Iraniane, hanno un pavimento fatto di bellissimi tappeti persiani è, quindi. usanza comune togliersi le scarpe prima di entrare in casa, altrimenti tutta la sabbia rovinerebbe quello splendore. Da buona ospite, prima di entrare mi sono tolta le scarpe e la mia sciarpa (rusari), ritrovando quel momento di libertà per i miei capelli che avevo perso qualche ora prima atterrati all'aeroporto di Teheran.Dopo il tradizionale e caldo benvenuto Iraniano, alcuni dei parenti che erano venuti per darci il benvenuto si sono seduti e abbiamo iniziato tutti a chiacchierare con una tazza di chai (tè iraniano) e alcuni dolcetti, davvero molto deliziosi.Erano circa 27 ore che non dormivamo e dopo il lungo saluto Iraniano e il tradizionale uso Ta'roof, siamo andati a riposarci, per poi svegliarci intorno alle 5 del pomeriggio, per il pranzo.


Eccolo qui, il mio primo pranzo in Iran. Certo, non era la prima volta che assaggiavo il cibo Iraniano, ma in Iran, aveva tutto un altro sapore! E' come mangiare un piatto di pasta in America, si è cibo Italiano, ma il sapore, non è originale!Come già dicevo, sono partita dall'Italia, con la convinzione di conoscere la cultura iraniana, ed è per questo che quando ho visto il "tavolo" pronto per il pranzo, ho capito, che non conoscevo proprio tutto. Il "tavolo", non c'era!E' già, in Iran, si mangia a terra, seduti con le gambe incrociate. Una tovaglia, di grandi o medie dimensioni, a seconda di quante persone ci sono viene distesa su un tappeto e poi si aggiungono piatti, bicchieri, posate ed ovviamente, da tradizione non possono mancare i datteri iraniani, molto diversi per forma, colore e sapore da quelli che troviamo noi, qui in Italia. Il pranzo era pronto, ci sediamo a terra e vado per prendere la forchetta... aspetta un attimo, mi giro incrocio lo sguardo del mio compagno alla mia sinistra e a capirci mi dice che in Iran, la forchetta non è molto usata. "Come si fa a mangiare il riso con la forchetta?". Esatto. Quello fu il primo giorno dei successivi 30 in cui avrei mangiato esclusivamente con il cucchiaio!E' quasi impossibile poter descrivere il sapore del cibo Iraniano, pieno di spezie, zafferano, curcuma, un mix che lo rendono delizioso. Dopo esserci riempiti e sfamati con questo delizioso pranzetto avevamo ancora bisogno di dormire un po', per iniziare quello che poi sarebbe stato uno dei viaggi più belli della mia vita.

(*la forchetta si tiene generalmente nella mano sinistra per facilitare il movimento che serve alla mano destra con il cucchiaio di prendere il riso. Il coltello, durante i pasti proncipali è poco usato. Se si deve tagliare la carne, si fa con l'uso del cucchiaio)

domenica 6 luglio 2014

Storia di una “Terra Santa”

“[…]Cosí vince Goffredo, ed a lui tanto
avanza ancor de la diurna luce
ch'a la città già liberata, al santo
ostel di Cristo i vincitor conduce.
Né pur deposto il sanguinoso manto,
viene al tempio con gli altri il sommo duce;
e qui l'arme sospende, e qui devoto
il gran Sepolcro adora e scioglie il voto.”

                                   (Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata)


In questo modo Torquato Tasso conclude il suo poema La Gerusalemme Liberata, il poema epico che parla della prima crociata; crociata che si conclude con la ripresa di Gerusalemme e del Santo Sepolcro da parte dei cristiani.
È il 1099 quando viene offerto a Goffredo di diventare Re del Regno di Gerusalemme, ma egli rifiutò in quanto, non può essere data ad un uomo una corona nello stesso posto in cui Cristo aveva indossato la sua corona di spine, rivendicò così il suo status di “Advocatus Sancti Sepulcri”, "difensore (laico) del Santo Sepolcro"[1]. Goffredo morì l’anno seguente e il comando venne dato a suo fratello Baldovino I, il quale non rifiutò certo l’offerta divenendo così il primo Re del regno di Gerusalemme.

Gerusalemme si trova contesa tra ebrei, musulmani e cristiani, ma mi chiedo, sarà possibile un giorno che tutto diventi normale? Non c’è mai stato un periodo “pacifico”, dove c’era la pace, dove regnava la serenità, no, in Terra Santa non c’è stato, non c’è e ci sarà mai?
Si parla di Terra Santa, ma per chi? Per i cristiani? Per gli ebrei? O per i musulmani? Tutti e tre i grandi libri, la Torah, la Bibbia, e il Corano, collocano Gerusalemme come Città Santa: per la Torah[2] Gerusalemme è il luogo dove Abramo stava per sacrificare, Isacco, suo figlio al Signore, e dove Salomone costruì il suo tempio, in seguito distrutto:

Genesi 22:2 E gli disse (Dio): Prendi tuo figlio, il tuo amato unigenito, Isacco; e vanne al paese di Morijà, e lo immola ivi in olocausto, sopra quello dei monti che ti dirò;

la Bibbia[3], afferma che Gerusalemme è la città dove Cristo, figlio di Dio, ha vissuto ed è morto in croce per l’umanità

Matteo 16:21 Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno;

infine, il Corano[4] afferma che Muhammad è asceso con un cavallo dorato a Gerusalemme

“Gloria a Colui Che di notte trasportò il Suo servo dalla Santa Moschea (Masjîd al-Harâm) alla Moschea remota (Masjîd al-Aqsâ) di cui benedicemmo i dintorni, per mostrargli qualcuno dei Nostri segni. Egli è Colui che tutto ascolta e osserva (Corano, XVII, 1)”.

Stabilire a questo punto chi ha ragione e chi ha torto è difficile, certo mentre nella Torah e nella Bibbia è proprio scritto il luogo preciso, sia dell’olocausto a Dio

Genesi 22:2 […]e vanne al paese di Morijà[…],

sia del luogo dove Gesù si spostò

Matteo 16:21 […]Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme […];

nel Corano non viene menzionato nessun tipo di luogo se non nell’accezione di “Moschea Remota

Masjid al Aqsâ, (Corano XVII, 1),

infatti è soltanto la tradizione[5] che ci riferisce che una notte mentre Muhammad (pace e benedizione su di lui) stava dormendo, fu svegliato da Gabriele (pace su di lui) e condotto a Gerusalemme. Qui nel recinto di Masjid al Aqsâ pregò Allah insieme a tutti gli altri Profeti, Abramo, Mosè e Gesù e poi ascese fino al “Sidrâtu- ‘l -Muntahâ” (il Loto del Limite) che si trova alla destra del Trono di Allah.
La polemica che ha questo punto si potrebbe fare alla fede islamica è che appunto è soltanto nella tradizione, che si parla di un luogo lontano “remoto” ma non si accenna minimante su dove sia questo luogo e quanto lontano sia, è presente solo nella tradizione orale islamica. Non è questo ne il luogo ne la sede adatta per portare avanti questa discussione che impiegherebbe troppo tempo, è sufficiente ciò che abbiamo appena affermato; nel Santo Corano non viene accennata Gerusalemme.
A questo punto si aprirebbero altre e controverse discussioni; se nel Santo Corano non è presente l’esatta posizione del “del luogo remoto”, perché i musulmani hanno conquistato Gerusalemme nel 637 d.C. con il califfo ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb? Perché ancora oggi, i musulmani fanno lotte continue con gli Ebrei per territori che dicono sono appartenenti a “noi”? In questo scenario, che fine fanno i cristiani? Sembrano domande banali con banali risposte, ma siamo sicuri che sia davvero così? A me sembra riduttivo poter liquidare queste risposte dando tutta colpa agli ebrei e proprio per questo vorrei riflettere sulle cause che hanno portato alla situazione socio – politica economica che ritroviamo oggi in Terra Santa.






[1] Franco Cardini, L’invenzione del nemico, Palermo, Sellerio editore,  2006
[3] La Bibbia, nuovissima versione dei testi originali, Edizioni San Paolo - 1987
[4] Hamza Roberto Picardo (a cura di), Il Corano, Roma, Newton Compton Editori, 2007
[5] Hamza Roberto Picardo (a cura di), Il Corano, cit. p.243

venerdì 4 luglio 2014

Dio: La Torah, La Bibbia e il Corano, ecco da dove veniamo

Ogni giorno sento notizie che parlano di scontri in Israele tra Musulmani ed Ebrei, oppure di Cristiani massacrati in Medio Oriente (vedi Iraq) o in Africa (vedi Boko Haram), ma perchè succede tutto ciò? Non siamo mica tutti figli di Abramo? Ho sempre detto che non sono una persona religiosa, credo nella laicità e come "disse Dio" al libero arbitrio. Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere di quale religione far parte e come volerla professare. Purtroppo il tocco fisico dell'essere umano distrugge ciò che è metafisico, ciò in cui alcune persone credono ed hanno fede. E' già è proprio questo il problema, la Fede. Ci sono alcune persone così devote, non a Dio, ma alla propria religione, che pur di voler sovrastare ed avere ragione, perdono ciò che la stessa religione ha insegnato loro: L'UMILTA'.
A volte penso che è da ipocriti dire che la mia religione è meglio della tua. Questo "religiocentrismo" come amo definirlo io è presente in tutti i tipi di religioni; gli Ebrei dicono: "noi siamo la religione perfetta, siamo il popolo eletto da Dio", i Cristiani dicono: "non è vero, siamo noi la religione perfetta, Dio ci ha mandato suo figlio, Gesù che si è sacrificato per noi", i Musulmani dicono: "Gli Ebrei e i Cristiani si sbagliano, siamo noi la religione perfetta, in quanto Maometto è l'ultimo profeta che Dio ha inviato tra noi, quindi dovete seguirlo tutti". (faccio riferimento alle tre maggiori religioni monoteiste)
Ho avuto delle conversazioni molto interessanti per quanto riguarda la religione e la fede con alcune persone che si considerano credenti e praticanti al 100% che non avevano mai letto la Bibbia! Ma come è possibile?
Io che non sono credente ho letto tutti e tre i libri sacri (Torah, Bibbia (Nuovo Testamento e Corano), perché chi crede non lo fa?
Un po' di tempo fa, mentre leggevo la Bibbia (Vecchio Testamento o Torah) mi è passato per la mente di mappare la genealogia biblica presente nella Genesi, metto in allegato solamente una parte, quella che riguarda l'origine delle tre religioni Monoteiste. La mia domanda è, sarà il caso di smetterla di fare guerra tra fratelli, o continuare come fecero Caino e Abele?

Perchè Sognando l'Antropolgoia

Benvenuti nel mio nuovo, nuovissimo blog dedicato all'antropologia e al viaggio, la mie passioni.